Chi ha ottenuto un prestito spesso non sa che esiste la possibilità di rimborsare in anticipo l’importo ottenuto risparmiando, spesso in modo consistente, sul costo del finanziamento stesso. E’ la cosiddetta estinzione anticipata, che è un diritto del consumatore e può essere richiesta sempre in forma totale e, a volte, parziale.
La possibilità di estinguere un prestito in anticipo rispetto alla data di chiusura indicata sul contratto può essere esercitata praticamente in qualsiasi momento, trascorso il periodo previsto per il recesso da parte del consumatore.
Attraverso l’estinzione anticipata si risparmia sul costo del prestito almeno per due motivi.
Il primo vantaggio è legato agli interessi non maturati, dal momento che sulla somma restituita in anticipo non vengono calcolati interessi.
Il secondo vantaggio riguarda le varie spese connesse al rimborso, come quelle di gestione mensile della pratica, i bolli obbligatori per legge, i costi di incasso delle rate e altre voci di costo variabili.
Inoltre va considerato anche un ulteriore vantaggio: non essendo più in essere alcun finanziamento è possibile richiedere una nuova somma a credito con maggior facilità. Infatti, nella valutazione di banche e finanziarie sull’opportunità o meno di erogare un prestito, tra i vari fattori considerati incide molto la situazione debitoria del richiedente: il rapporto rata-reddito si riduce in caso di altri prestiti in atto e la restituzione del nuovo finanziamento richiesto può essere valutata come più difficile.
Attenzione però che estinguere in anticipo un prestito, pur risultando sempre conveniente, può risultare un po’ meno vantaggioso nel caso la richiesta preveda il pagamento di una penale di estinzione anticipata.
Si tratta di un risarcimento che la banca o la società finanziaria eroganti possono richiedere per compensare il mancato incasso degli interessi previsti al momento della firma del contratto. Va detto che ultimamente, vista la crisi economica in atto e le difficoltà che sempre più consumatori hanno nel restituire i prestiti ricevuti, sempre meno banche e finanziarie prevedono l’applicazione di questa penale.
Quando previsto, l’ammontare di questo compenso onnicomprensivo varia a seconda di chi eroga il prestito e spesso risulta essere nullo al verificarsi di particolari circostanze.
Per legge la penale di estinzione anticipata non può mai superare l’1% del capitale rimborsato in anticipo. Quindi, ad esempio, ammettendo che la quota capitale non ancora rimborsata di un prestito in corso sia di 5.000 euro, procedendo con l’estinzione anticipata si dovrà restituire tale importo più 50 euro, ovvero l’1,00% dello stesso.
I casi particolari che implicano l’annullamento della penale (anche quando prevista) riguardano, per esempio, quando il rimborso viene effettuato prima del tempo in esecuzione di un contratto di assicurazione stipulato a garanzia della restituzione del credito erogato, oppure quando l’importo rimborsato corrisponde all’intero debito residuo ed è uguale o inferiore a 10.000 euro. In ogni caso si tratta solo di due esempi, sia pur molto diffusi.
Se sia previsto o meno il pagamento di una penale di estinzione anticipata va sempre verificato sul contratto di finanziamento e/o sul modulo contenente le informazioni europee di base per i credito ai consumatori – chiamato IEBCC o SECCI a seconda dei soggetti eroganti – che deve essere compilato da un incaricato dell’istituto di credito al quale ci si rivolge e ha la stessa validità di un preventivo, secondo quanto previsto dalla riforma del credito al consumo, in vigore in Italia dal 1° Giugno 2011.
Attenzione quindi al momento della valutazione della richiesta di un prestito, soprattutto se si è in grado di prevedere la possibilità di restituire in anticipo, anche parzialmente, l’importo ottenuto.
Tra le società finanziarie che, attualmente, non prevedono il pagamento di penali per estinguere in anticipo il prestito personale erogato citiamo, per esempio, Agos Ducato con Duttilio e i vari finanziamenti personali flessibili proposti.
