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Quale Futuro per Prestiti e Mutui? Il Social Lending!

In tempi di stretta sul credito determinata dalla crisi economica che si sta vivendo non solo in Italia in diversi settori, chi ha necessità di un finanziamento guarda con curiosità e interesse ai prestiti tra persone private, o prestiti peer-to-peer, per dirla all’inglese, paese nel quale questa particolare forma di finanziamento è nata nel 2005.
Detto in altri termini, e secondo un’espressione sempre più in voga anche in Italia, si tratta del fenomeno conosciuto come “social lending”, ovvero della possibilità di evitare l’opera di intermediazione di banche e società finanziarie per chi necessita di liquidità ottenibile attraverso un prestito personale.


In breve, il funzionamento dei prestiti tra privati è molto semplice e spesso implica l’utilizzo di un portale Internet sul quale si incontrano domanda, rappresentata dai richiedenti, e offerta, rappresentata dai prestatori. In mezzo ci sono società che, oltre a mettere a disposizione lo spazio virtuale per l’incontro richiedenti-prestatori, si occupano di verificare l’affidabilità creditizia di chi chiede un prestito, garantire un adeguato rendimento a chi presta i propri soldi ed eventualmente intervenire attraverso società di recupero credito in caso di difficoltà nel rimborso.
I tassi (TAN e TAEG) applicati sono molto competitivi e, in generale, dipendono dall’affidabilità creditizia dei richiedenti, dalle somme richieste e dalla durata del piano di ammortamento. Chi presta soldi lo fa invece nell’ottica di operare un investimento, dal momento che ricava interessi sui capitali prestati.
In Italia, attualmente, operano a pieno regime, ovvero con le necessarie autorizzazioni della Banca d’Italia, due servizi on-line: Prestiamoci.it (http://www.prestiamoci.it) e Smartika (ex Zopa, all’indirizzo http://www.smartika.it).
La curiosità intorno al social lending è segnalata in aumento, tanto che qualcuno ha iniziato a chiedersi se il futuro dei finanziamenti possa essere veramente rappresentato dai prestiti tra privati.

In tal senso una risposta autorevole è giunta da Andy Haldane, Direttore Esecutivo della Stabilità Finanziaria presso la Banca d’Inghilterra, che in un discorso tenuto a New York a Marzo 2012 ha affermato: “…piccole società specializzate nel prestito peer-to-peer come Zopa e Funding Circle (portale on-line attivo nel Regno Unito, ndr) potrebbero nel tempo rimpiazzare banche e finanziarie nel settore dei prestiti ai consumatori”, facendo un paragone significativo e chiarificatore in merito a quello che la Banca d’Inghilterra si aspetta dalla diffusione del social lending: “…per ora le società che se ne occupano sono piccole, ma anche Google non più di una quindicina di anni fa lo era…”.

A sostegno di quanto dichiarato da Haldane è da registrare anche l’opinione di Giles Andrews, co-fondatore e CEO di Zopa, attualmente la più importante società di prestiti peer-to-peer on-line, il quale ha accolto  le parole del Direttore Esecutivo della BoE affermando: “I commenti di Andy Haldane sono i benvenuti e sono la dimostrazione di quanto lontano si sia spinta questa nuova forza (i prestiti tra persone, ndr) che agisce nell’ottica di una finanza equa. Come stiamo dicendo da molto tempo, sono nuove e innovative alternative come Zopa che avranno un impatto sul settore bancario ben più rilevante rispetto a quello che potrebbe esserci con la semplice aggiunta di nuove banche che fanno sempre le stesse, vecchie operazioni”.
La visione di Andrews per il futuro dei prestiti e dei mutui non esclude la presenza delle banche poiché: “…ci sono operazioni che non potrebbero essere fatte da altri soggetti meglio di come vengono fatte dalle banche. Ma Zopa ha dimostrato che, nel campo dei prestiti personali e degli investimenti, la finanza peer-to-peer, per il modo in cui è strutturata, offre soluzioni migliori (rispetto alle banche, ndr). Inoltre ci sono operazioni che vengono ora svolte dalle banche che il social lending potrebbe svolgere meglio, a partire dai mutui stessi”.

Le parole e le opinioni di Andrews e Haldane sono senza dubbio autorevoli e degne di considerazione, ma occorre rendersi conto che il fenomeno dei prestiti tra privati, attualmente, ha una diffusione di gran lunga maggiore nel Regno Unito e negli Stati Uniti rispetto a quanto avviene in Italia.
Prestitamoci.it e il nuovo Smartika sono servizi ancora “giovani” e “in rodaggio”. Il loro funzionamento è comunque tenuto sotto stretta sorveglianza da parte di Bankitalia e pare essere apprezzato da richiedenti e prestatori. Del resto, per farsi un’idea di cosa pensino gli utenti del social lending italiano, è sufficiente leggere i commenti dei blog di questi due siti e vedere come, mensilmente, vengano realizzati molti progetti grazie ai fondi che prestatori alla ricerca di guadagno mettono a disposizione di richiedenti bisognosi di un prestito personale per realizzare progetti di vario genere: dall’acquisto dell’auto alla ristrutturazione della casa, dal bisogno di liquidità all’apertura di un’attività commerciale e molto altro.
Vista la stretta sul credito operata soprattutto dalle banche, è quindi ipotizzabile che anche in Italia prendano sempre più piede i prestiti tra privati?


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Alessandro
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