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Prestiti, Bankitalia: nel 2012 Stabile l’Indebitamento delle Famiglie Italiane


Nessun cambiamento significativo delle condizioni debitorie delle famiglie italiane nella prima metà del 2012, nonostante la crisi economica e finanziaria in atto. E’ questa una delle considerazioni che emergono nel quarto “Rapporto sulla stabilità finanziaria”, pubblicato dalla Banca d’Italia in data 12 Novembre 2012.

Gli analisti di Bankitalia hanno messo in evidenza come i debiti finanziari delle famiglie italiane, perlomeno rispetto al reddito disponibile, nella prima metà del 2012 siano rimasti invariati rispetto al biennio 2010-2011. Viene sottolineata una sostanziale stabilità anche in riferimento ai tassi applicati ai finanziamenti in essere, con un tasso medio piuttosto basso, se si pensa che a Settembre di quest’anno il tasso medio per l’acquisto di abitazioni è risultato essere del 4,1%, come evidenziato nel comunicato stampa relativo alla principali voci dei bilanci bancari di Settembre 2012. Tale dato viene ricondotto alla discesa dell’Euribor, indice di riferimento di oltre 2/3 dei mutui.
Ulteriore aiuto per i mutuatari è giunto grazie alla proroga fino a Gennaio 2013 della moratoria sui mutui, derivante dall’accordo tra l’ABI e le associazioni dei consumatori. Gli analisti di Via Nazionale hanno stimato un minor esborso di 7.300 € in media per gli oltre 74.000 mutuatari che ne hanno sfruttato i vantaggi dal febbraio 2010 ai primi 7 mesi del 2012.

LA SITUAZIONE DEBITORIA DELLE FAMIGLIE ITALIANE

Secondo l’indagine della Banca d’Italia sui bilanci delle famiglie italiane, in riferimento al 2010, la quota di nuclei familiari indebitati risulta essere contenuta. In base alle stime, circa un quarto delle famiglie si troverebbe in condizioni di indebitamento, con un numero in lieve calo, soprattutto tra i nuclei a basso reddito. La causa principale di tale calo viene individuata nelle politiche di offerta del credito da parte delle banche italiane che, in tempi di crisi, hanno accentuato la stretta sul credito, restringendo così la disponibilità ad erogare prestiti e mutui.
In riferimento al biennio 2011-2012, gli analisti di Bankitalia stimano che solo il 2,2% delle famiglie si trovi in condizioni di vulnerabilità, circostanza che si verifica quando il servizio del debito risulta essere superiore al 30% del reddito disponibile. Tale dato risulta essere in linea con l’indagine precedente.
Se invece si considera il solo reddito monetario, la percentuale di famiglie stimate come vulnerabili aumenta al 3,6%.
Solo lo 0,6% delle famiglie sarebbe alle prese con un problema di sovraindebitamento, condizione legata all’impossibilità di pagare i debiti relativi a prestiti, mutui e finanziamenti in corso e di presentare uno squilibrio tra debiti e patrimonio liquidabile per adempiere alle obbligazioni ad essi connesse.

Considerando dunque il basso costo del denaro e l’indebitamento piuttosto contenuto, gli analisti segnalano come i rischi per le famiglie italiane potrebbero essere legati alla debole dinamica del reddito, che potrebbe mettere in difficoltà i nuclei familiari vulnerabili, con prestiti e finanziamenti di vario tipo in essere. In particolare, qualora si verificasse un aumento dei tassi non associato a una decisa ripresa economica, le famiglie a basso reddito risulterebbero le più a rischio.
Guardando ai mutui, invece, non vengono segnalati particolari rischi futuri per gli intermediari, considerando il basso rapporto tra prestito erogato e valore degli immobili.
Interessante notare come la ricchezza finanziaria lorda delle famiglie in Italia sia stimata dalla Banca d’Italia solo in leggera diminuzione nella prima metà del 2012, attestandosi su una cifra di poco inferiore ai 3.600 miliardi di euro. Se rapportate al reddito disponibile lordo, le attività finanziarie lorde della famiglie italiane produttrici e consumatrici restano al di sopra della media europea, anche se inferiori rispetto a quelle registrate negli Stati Uniti (solo famiglie consumatrici, ndr) e nel Regno Unito, ma superiori a Francia e Germania.

PRESTITI ALLE IMPRESE: CALA LA DOMANDA, AUMENTA LA STRETTA SUL CREDITO

Nel quarto “Rapporto sulla stabilità finanziaria” viene analizzata anche la condizione delle imprese, la cui redditività ha risentito della recessione in atto, essendosi ridotto al 32,2% il margine operativo lordo in rapporto al valore aggiunto, creando così difficoltà in termini di autofinanziamento.
Tuttavia, secondo gli analisti di Via Nazionale, pur “in un quadro congiunturale fragile si registrano alcuni segnali di miglioramento”.
Il minor pessimismo per il futuro deriva da alcuni dati riguardanti l’aumento degli ordinativi industriali registrato a Luglio e Agosto, l’indice PMI di Settembre e Ottobre in crescita e l’interruzione del calo delle  aspettative sugli utili a breve termine delle aziende quotate in borsa, perlomeno basandosi sulle stime degli analisti finanziari.
Guardando ai prestiti bancari erogati alle imprese, si evidenzia come durante il 2012 ci sia stata un’accentuazione del calo dei finanziamenti, spiegabile sia con la stretta sul credito operata da molti istituti bancari che con la diminuzione della domanda, legata a un’attività economica sempre più debole.

LO SCENARIO EUROPEO E ITALIANO: STABILITA’ FINANZIARIA SEMPRE A RISCHIO

L’analisi delle attività finanziarie di famiglie e imprese italiane è inserita all’interno di un quadro generale nel quale in Europa restano rischi importanti relativi alla stabilità finanziaria, anche se, grazie ai continui interventi della Banca Centrale Europea e dei Governi centrali e nazionali europei, si è scongiurata una situazione di estrema instabilità, allontanata anche a seguito della ripresa della domanda negli USA e nei Paesi emergenti.
Considerando l’economia italiana, si sono avuti benefici dovuti al calo dello spread sovrano, alla ritrovata fiducia degli investitori stranieri nei titoli di Stato italiani e alla debolezza della domanda interna, che ha favorisce un miglioramento dei conti con l’estero. Le riforme attuate dal Governo Monti sembrano andare nelle direzione di un risanamento finanziario adeguato, ma il costo del debito è sempre a rischio a causa del quadro politico incerto in prospettiva futura.

Quelli appena riferiti sono solo una parte dei dati e delle considerazioni che si possono ricavare dal quarto “Rapporto sulla stabilità finanziaria” consultabile qui, nel quale si affrontano anche tematiche specifiche relative ai rischi macroeconomici, alla situazione dei mercati internazionali, alla valutazione del sistema bancario e finanziario, alle infrastrutture di pagamento e ai sistemi di rifinanziamento presso l’Eurosistema.

 

Fonte dati: www.bancaditalia.it

Data articolo: 15/11/2012


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Alessandro
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