Prestiti personali in calo del -11% e mutui immobiliari che crollano del -47% nel primo trimestre 2012. Sono questi gli impietosi dati che emergono dalla 32esima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio elaborato da Assofin, CRIF e Prometeia, nella quale vengono fatte previsioni anche relative al futuro, con il credito al consumo che dovrebbe riprendere a crescere, seppur di un modesto +1,4%, solo nel 2014.
L’Osservatorio sul Credito al Dettaglio è uno strumento redatto con cadenza semestrale da Prometeia, società specializzata in analisi e ricerca macroeconomica, in collaborazione con CRIF e Assofin, attraverso il quale viene fornita un’analisi dettagliata e qualificata relativa al mercato del credito alle famiglie italiane, con particolare riferimento al credito al consumo e ai mutui di nuova erogazione o già in essere. Inoltre, dall’analisi dei dati e della rischiosità relativa ai vari settori del credito alle famiglie, vengono formulate previsioni che si spingono fino a due anni oltre a quello relativo all’analisi stessa.
La 32esima edizione dell’Osservatorio ha permesso di evidenziare come, nella seconda parte del 2011, l’offerta di credito alle famiglie sia stata influenzata negativamente soprattutto dalle difficoltà nella raccolta causate dal peggioramento della crisi del debito sovrano. Nei primi tre mesi del 2012, si è rafforzata la contrazione della domanda di finanziamenti da parte delle famiglie, nonostante le politiche di offerta si siano fatte sempre meno restrittive, soprattutto grazie alle operazioni di rifinanziamento a lungo termine e ad altre misure per allentare la stretta sul credito messe in atto dalla Banca Centrale Europea (BCE).
In termini di rischiosità, ovvero il rischio di credito determinato dalla possibile insolvenza di un creditore nei confronti dell’obbligo di rimborso del capitale e del pagamento degli interessi dovuti a chi eroga un finanziamento, l’Osservatorio rileva una sostanziale stabilità, anche se i livelli restano più elevati rispetto al periodo precedente la crisi.
Nel breve periodo si prevede un non rilevante recupero del mercato del credito, con livelli di rischiosità elevati, soprattutto a causa della situazione del mercato del lavoro.
Guardando ai prossimi tre anni, non ci si attende l’eliminazione degli elementi di criticità che stanno caratterizzando l’attuale periodo in relazione al credito alle famiglie. In particolare le erogazioni di prestiti personali, mutui e finanziamenti in genere rivolti ai consumatori saranno condizionate sia dalla debolezza delle condizioni finanziarie delle famiglie che dal grado di influenza della crisi del debito sovrano sulle politiche di offerta di credito, tenendo presente che l’attenzione degli operatori sarà rivolta alla corretta valutazione della rischiosità e al rafforzamento patrimoniale.
Analizzando le risultanze della 32esima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio si deve quindi registrare un calo del credito al consumo del -2,2% nel 2011, con accentuazione nella seconda parte dell’anno e un’ulteriore conferma nel primo trimestre 2012, quando il calo, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, si è attestato al -11%.
Guardando ai settori più colpiti da questa stretta sul credito si nota come il settore dei prestiti finalizzati all’acquisto di autoveicoli e motocicli sia risultato in contrazione del -9,9% alla fine del 2011 e addirittura del -19,8% nel primo trimestre 2012. Questo dato è, del resto, poco sorprendente se si pensa al drastico calo di immatricolazioni registrato negli ultimi mesi.
Per quanto riguarda i prestiti finalizzati all’acquisto di beni e servizi diversi rispetto al settore automotive, dopo il trend positivo del 2010 (+4,8%), nei primi tre mesi del 2012 si è registrato un calo a doppia cifra (-11%), dopo il -5,8% dell’anno precedente.
A tenere nel 2011 sono stati i prestiti personali, le cui erogazioni sono cresciute del +4,3% rispetto al 2010, anche se poi i flussi sono risultati in calo del -12,3% nel primo trimestre 2012. I dati forniti dall’Osservatorio di Prometeia, Assofin e CRIF hanno permesso di evidenziare come i prestiti personali risultino sempre più collocati ed erogati attraverso le banche e le società finanziarie, preferite a broker e agenti nell’ottica di riduzione del rischio di insolvenza.
Discorso analogo anche relativamente al canale distributivo di prestiti garantiti da cessione del quinto di stipendio o pensione, sempre più collocati attraverso canali diretti, eliminando cioè i mediatori. Le CQS e le CQP sono risultate in calo del -9% nel 2011 e del –11,9% nel primo trimestre 2012.
Ma il settore del credito alle famiglie che risulta essere maggiormente penalizzato dalla crisi economica in atto e dalle politiche di credit crunch operate soprattutto dalle banche è quello dei mutui immobiliari che, nei primi tre mesi del 2012, sono calati del -47%.
Nel dettaglio il calo ha riguardato in massima parte i mutui richiesti per finalità legate a ristrutturazioni, liquidità, consolidamento debiti, surroga e sostituzione che, dopo il calo del -24,9% del 2011, nel primo trimestre 2012 hanno fatto registrare una diminuzione del -80% rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente. Particolarmente evidente la diminuzione delle surroghe, soprattutto a causa dell’aumento dei tassi applicati.
Proprio analizzando i mutui, due dati fanno capire in modo evidente sia il timore delle famiglie nel richiedere finanziamenti che le politiche di offerta da parte di banche e finanziarie votate all’estrema prudenza. Infatti, da una parte i mutui erogati per finanziare oltre l’80% del valore dell’immobile sono stati solo il 5% del totale delle richieste del 2011, contro l’11% del 2010. Dall’altra è aumentata la quota di mutui con durata del piano di ammortamento superiore a 26 anni, arrivati a rappresentare il 42% del totale delle erogazioni.
L’incertezza legata alla crisi economica in atto è testimoniata anche dalla scelta del tipo di tasso relativo ai mutui, dal momento che aumentano le richieste di finanziamenti a tasso misto e fisso, visto che nel primo trimestre 2012 entrambe le formule hanno raggiunto il 27% del totale, mentre il tasso variabile ha rappresentato il 46%, scelta favorita soprattutto da tassi di riferimento molto bassi.
Leggendo i risultati della 32esima edizione dell’Osservatorio sul Credito al Dettaglio in un’ottica molto “pratica”, si può affermare che negli ultimi mesi, dopo un primo periodo di accentuata stretta sul credito, le famiglie italiane sono sempre più timorose nel richiedere prestiti personali, finanziamenti finalizzati e mutui in genere, soprattutto per le preoccupazioni legate alla crisi economica in atto, che non dà certezze riguardo al futuro. Insomma, nell’incertezza, come tipico degli italiani in rapporto ad altri Paesi europei, meglio evitare di indebitarsi.
Fonte dati: www.prometeia.it
Data articolo: 10/07/2012