In tempi di crisi si rileva un cambiamento delle scelte relative alle finalità dei prestiti personali richiesti dagli italiani. E’ questo quanto emerge da un’interessante indagine condotta da CRIF, la Centrale RIschi Finanziari, basata su dati contenuti nel vasto Sistema di Informazioni Creditizie (SIC) di cui dispone.
In particolare l’indagine ha preso in considerazione un orizzonte temporale molto ampio, come quello compreso tra l’inizio del 2008 e il primo trimestre del 2012. Si tratta di più di un quadriennio emblematico, dal momento che comprende il periodo pre-crisi e quello di crisi economica piena. Lo studio ha preso in considerazione circa 1,3 milioni di prestiti personali con finalità di acquisto nota e risulta essere significativo, dal momento che il prestito personale include circa il 38% delle tipologie di finanziamenti destinati al credito al consumo erogati in Italia.
L’elaborazione statistica di CRIF ha permesso di fornire alcune evidenze riguardanti le finalità di utilizzo dei vari prestiti personali, nonché le fasce d’età dei richiedenti.
Si parte dalla considerazione delle difficoltà del settore del credito al consumo che, come emerso dal Barometro CRIF di Giugno 2012, riferito ai primi sei mesi dell’anno in corso, ha fatto registrare un calo del -8% della domanda di prestiti, sia finalizzati che personali, in rapporto al primo semestre 2011 e addirittura del -23% in confronto allo stesso periodo del 2008.
A pesare sono vari fattori, ormai da tempo noti, tra cui la prudenza nel concedere finanziamenti da parte degli istituti di credito, nota anche come “stretta sul credito”, e quella delle famiglie italiane nel richiedere prestiti, temendo l’eccessivo indebitamento, difficile da sostenere in considerazione della riduzione del reddito disponibile e delle difficoltà del mondo del lavoro, che presenta livelli di disoccupazione alti. E all’orizzonte non sembrano esserci soluzioni immediate contro la crisi economica e finanziaria in corso.
L’indagine di CRIF mette in evidenza come ci sia stato uno spostamento delle esigenze di finanziamento relative ai prestiti personali.
Infatti i prestiti rivolti alle spese per gli immobili, ovvero quelle relative ad arredamento e ristrutturazioni di vario genere, sono calati di un punto percentuale, passando dal 17,3% al 16,3%. Viceversa è stato registrato un notevole aumento delle domande per prestiti personali con finalità generiche, che comprendono le spese per viaggi e svaghi di vario tipo, passate dal 17,6% del totale al 24,2%.
La crescita è stata registrata anche per i prestiti personali richiesti per spese finanziarie e assicurative, che includono sia i finanziamenti per pagare polizze di assicurazione, che quelli rivolti al consolidamento debiti e alla liquidità in generale. Questa tipologia è passata dal 7,8% al 12,9% del totale, con i prestiti per fini di liquidità che sono risultati in netta maggioranza, a sottolineare come le famiglie italiane facciano sempre più fatica ad arrivare a fine mese e per questo richiedano semplicemente soldi liquidi per sostenere le spese quotidiane.
Interessante notare come, analizzando le fasce d’età relative alle richieste di finanziamenti per spese finanziarie e assicurative, si registri una distribuzione piuttosto omogenea, con una concentrazione di poco maggiore tra i richiedenti d’età inclusa tra i 35 e i 64 anni.
Nel quadriennio considerato si è registrata anche una crescita dei prestiti personali per la salute, ovvero quelli che includono le spese mediche, i trattamenti estetici e le spese dentistiche. Questi finanziamenti personali, pur rappresentando ancora una piccola parte del totale delle domande, sono raddoppiati, essendo passati dall’1,2% del 2008 al 2,4% del primo trimestre 2012. In questo caso è interessante notare come l’indagine CRIF abbia permesso di evidenziare come, al crescere dell’età dei richiedenti, aumentino anche le spese per la salute, dal momento che gli italiani con età superiore a 64 anni destina a tale finalità il 3,6% dei finanziamenti erogati, ovvero una percentuale di molto superiore rispetto all’1,5% registrato tra soggetti con età fino a 34 anni. La spiegazione è logica: al crescere dell’età anagrafica crescono le preoccupazioni per la propria salute e, di conseguenza, le risorse economiche ad essa destinate.
In generale, tra i prestiti personali per la salute, la maggior parte delle richieste ha riguardato le spese mediche generiche (59%), mentre il 36% è stato destinato alle cure dentistiche e il 4,5% ad interventi estetici.
Stabili i prestiti personali rivolti ad acquistare mezzi di trasporto, passati dall’8,9% delle domande totali al 9,7%.
Sostanziale stabilità anche per i finanziamenti personali richiesti per l’acquisto di prodotti dell’elettronica, che attualmente rappresentano il 4,2% del totale, contro il 3,6% registrato nel periodo iniziale dell’indagine.
In netto calo invece i prestiti personali inclusi nella categoria destinata ad altre finalità, quella cioè che include varie spese personali come quelle per i matrimoni, le tasse e i tributi e spese generiche.
Pare dunque che la crisi economica e finanziaria, la stretta sul credito e il rischio di sovraindebitamento siano stati tutti fattori che hanno non solo penalizzato il credito al consumo, ma anche determinato un cambiamento nelle scelte di indebitamento relative ai prestiti personali tra il 2008 e il primo trimestre 2012.
Cosa è lecito attendersi per il futuro del credito al consumo?
Alla domanda prova a rispondere Daniela Bastianelli, Senior Analyst di CRIF Decision Solutions, ipotizzando che: “… le famiglie italiane nel prossimo futuro saranno ancora fortemente condizionate nelle scelte di indebitamento, con una crescente attenzione alla sostenibilità del debito”.
Dunque italiani sempre più prudenti e attenti a non aggiungere altri problemi a quelli già numerosi connessi alla crisi in atto.
Fonte dati: www.crif.it
Data articolo: 02/08/2012