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Stretta sul Credito: la Soluzione Arriva dall’Inghilterra?

In Inghilterra è stato da poco istituito un fondo per uno schema di prestiti, chiamato FLS, acronimo di  Funding for Lending Scheme, nel tentativo di contrastare il fenomeno della stretta sul credito o, per dirla proprio all’inglese, credit crunch. L’iniziativa è nata dalla collaborazione tra la Bank of England, ovvero la banca centrale del Regno Unito, e il Dipartimento del Tesoro, che ne hanno comunicato il lancio lo scorso 13 Luglio.

La soluzione inglese al problema della stretta sul credito prevede infatti la possibilità di accedere a finanziamenti a basso costo da parte delle banche che aumenteranno o manterranno inalterati gli importi prestati a famiglie e imprese nel periodo di validità dello schema, vale a dire per i 18 mesi successivi al 1° Agosto 2012, data prevista per l’avvio del fondo.
Nel concreto gli istituti di credito che aumenteranno o manterranno stabile il loro livello di prestiti e mutui concessi a famiglie e imprese potranno attingere a finanziamenti, sotto forma di Buoni del Tesoro britannico fino a 4 anni, a un tasso inferiore dello 0,25% rispetto al tasso base applicato dalla Bank of England (BoE), che attualmente è dello 0,500%. Al contrario le banche che diminuiranno l’attività legata ai finanziamenti a famiglie e imprese si vedranno applicare un tasso dello 0,25% in più per ogni riduzione dell’1,00% di prestiti, fino a un massimo dell’1,5%.
Questo significa che gli istituiti di credito “virtuosi” saranno premiati, con la logica conseguenza di incentivare sia l’allentamento della stretta sul credito e che l’aumento della quantità di prestiti disponibili per finanziare l’economia reale.
Lo stesso Governatore della BoE, Mervyn King, nel comunicato attraverso il quale ha dato notizia dell’istituzione di questo schema di prestiti, ha sottolineato come: “…l’azione congiunta della Bank of England e del Tesoro crea notevoli incentivi alle banche per aumentare i prestiti a sostegno dell’economia reale…”. Lo spirito alla base dell’iniziativa viene spiegato in modo semplice dallo stesso King: “Più le banche espanderanno la loro attività di finanziamento, più avranno la possibilità di accedere allo schema. Questo incoraggerà gli istituti di credito ad erogare prestiti più convenienti e più facilmente accessibili sia alle famiglie che alle piccole imprese”.

L’implementazione del Funding for Lending Scheme, nelle intenzioni degli ideatori, deve servire anche per aiutare il Regno Unito a uscire dalla terribile doppia recessione in corso e dalle problematiche legate alla perdurante crisi dell’Eurozona. E’ stato infatti calcolato che, qualora le banche dovessero attingere al fondo per il 5% del loro portafoglio relativo ai finanziamenti, si avrà un’immissione pari a 80 miliardi di sterline sul mercato del credito al consumo.
Tuttavia, a onor del vero, lo stesso Governatore della BoE ha sottolineato come non ci siano garanzie per il successo di questa iniziativa, essendo unica nel suo genere.

E’ interessante notare come ci siano differenze notevoli tra due iniziative simili nelle intenzioni, come il fondo per lo schema di prestiti deciso dalla Bank of England e quanto fatto dalla BCE con la recente doppia operazione di rifinanziamento e lungo termine (Ltro) a favore delle banche dell’Unione Europea.
In entrambi i casi, infatti, lo scopo delle rispettive banche centrali era quello di concedere prestiti a bassi interessi agli istituti di credito, per stimolare l’economia in generale e il depresso settore dei prestiti a famiglie e imprese in particolare.  Tuttavia, guardando alle operazioni di rifinanziamento della Banca Centrale Europea, grazie alla quale sono stati distribuiti quasi 1.000 miliardi di euro, non c’era un obbligo normativo di reinvestire i finanziamenti agevolati nel settore del credito al consumo, come invece avvenuto con il FLS della Bank of England.
Nel caso della BCE il risultato, come noto, è stato non tanto quello di ridurre la stretta sul credito, quanto di consentire alle banche di rientrare nei parametri di patrimonializzazione stabiliti dal Basilea 3, tanto che il rapporto preliminare dell’Eba diffuso a inizio Luglio sembra confermare il buon esito del processo di ricapitalizzazione delle principali 27 banche europee.
La possibilità di ottenere finanziamenti agevolati solo ed esclusivamente aumentando, o perlomeno non riducendo, i prestiti alle famiglie e alle imprese pone le banche inglesi nell’obbligo di favorire il credito al consumo e, di conseguenza, ridurre il credit crunch.
Per questo motivo lo strumento introdotto in Inghilterra è un’innovazione interessante, la cui efficacia andrà misurata nei prossimi mesi, tanto che la stessa Bank of England, su base trimestrale, darà conto del funzionamento del Funding for Lending Scheme alle banche che vi prenderanno parte.  Del resto sempre dal Regno Unito è arrivata qualche anno fa un’importante innovazione nel settore del credito al consumo come quella del social lending, ovvero dei prestiti tra persone private, senza mediazione di banche o altri intermendiari.
 

Data articolo: 24/07/2012


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Alessandro
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