In Italia i prestiti per il credito al consumo costano in media l’1,41% in più rispetto agli altri Paesi dell’Eurozona, con tasso pari al 7,99% contro il 6,58%. E’ questo quanto emerge da uno studio di Adusbef che, assieme a Federconsumatori, denuncia la gravità di questa situazione, richiedendo al Governo Monti di intervenire a sostegno delle famiglie in difficoltà, attraverso l’istituzione di un fondo di garanzia.
In particolare quest’ultima richiesta ricorda da vicino un’iniziativa analoga dell’Adiconsum, altra associazione in difesa dei diritti dei consumatori, che qualche tempo fa si è rivolta al Presidente dell’ABI, Giuseppe Mussari, chiedendo una moratoria sul credito al consumo e la costituzione di un Fondo paritetico di Solidarietà per venire incontro a tutti i soggetti alle prese con il problema del sovraindebitamento.
L’indagine condotta dall’Associazione per la Difesa degli Utenti dei Servizi Bancari e Finanziari ha preso in considerazione i dati risultanti dal bollettino della BCE di Aprile 2012 e dal supplemento del bollettino statistico n° 17 di Bankitalia, attraverso i quali sono stati monitorati quattro mesi: da Novembre 2011 a Febbraio 2012.
E’ emerso che, relativamente al credito al consumo, con sguardo rivolto ai prestiti rimborsabili da 1 a 5 anni, si è avuta un’inversione di tendenza rilevante, se si pensa che in quattro mesi il differenziale tra Italia-Eurozona è quasi raddoppiato, essendo passato dallo 0,84% del Novembre 2011, all’1,41% di Febbraio 2012. Inoltre si consideri che negli altri Paesi europei c’è stato un incremento dei tassi decisamente più contenuto, dal momento che i tassi sono passati dal 6,48% al 6,58%, con una differenza del +0,10%, mentre in Italia si è passati dal 7,32% al 7,99%, in crescita del +0,67%.
Situazione preoccupante anche rivolgendo lo sguardo ai mutui, sui quali in Italia il tasso medio di Febbraio 2012 è risultato essere del 5,15%, con un differenziale dell’1,20% rispetto alla media dell’Eurozona (3,95%). Il dato appena riportato si riferisce a mutui rimborsabili in oltre 10 anni.
Adusbef fa notare come sui mutui le banche abbiano ritenuto di applicare spread elevati, allo scopo di scoraggiare le famiglie intenzionate a richiedere un finanziamento per l’acquisto della casa. Sui mutui a tasso variabile gli spread applicati oscillano tra 2,5 e 4,9 punti percentuali, valori che si aggiungono ai tassi base (Euribor o Eurirs), in generale e consistente diminuzione.
Alla luce di questi dati statistici Adusbef e Federconsumatori, associazione senza scopo di lucro sostenuta dalla Cgil che si occupa di tutelare e informare consumatori e utenti, hanno rivolto un appello al Governo Monti perché venga costituito un fondo di garanzia che impedisca alle famiglie italiane di perdere la casa, qualora non dovessero riuscire a rimborsare le rate dei finanziamenti ricevuti, nonostante che il tasso di riferimento BCE sia al minimo storico.
Adusbef fa notare, in modo molto critico, che le banche italiane, nonostante la notevole iniezione di liquidità ricevuta dalla BCE (268 miliardi di euro restituibili in 3 anni al tasso 1%) :“non possono continuare a taglieggiare famiglie e imprese, col combinato disposto ‘stretta creditizia’, ‘tassi più elevati’, ma devono calmierare le loro avidità per aiutare l’Italia a uscire dalla gravissima crisi economica”.
Fonte: www.federconsumatori.it