In tempi di crisi si registra un calo del -5% in riferimento al credito al consumo nel 2012. Sono queste le previsioni per l’anno in corso diffuse da un’analisi dell’Osservatorio Nazionale Federconsumatori, a sottolineare come continui la contrazione dei consumi registrata fin dal 2009, anno successivo a quello dello scoppio della crisi economica e finanziaria che sta interessando in particolare molti Paesi dell’Unione Europea.
I risultati elaborati dall’Osservatorio Nazionale Federconsumatori si basano su dati forniti da ABI, Assofin e Istat e si riferiscono ai prestiti personali e ai finanziamenti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, quindi con l’esclusione dei mutui.
Lo studio condotto dall’ONF ha preso in considerazione il decennio dal 2002 al 2012, considerato molto significativo perché include il periodo di entrata in vigore dell’Euro come moneta unica in Italia, in sostituzione della lira, e quello della crisi economica e finanziaria manifestatasi in tutta la sua drammaticità negli ultimi anni e iniziata nell’ultimo semestre del 2008.
Partendo da queste considerazioni, l’elaborazione statistica di Federconsumatori mette in evidenza come gli italiani abbiano reagito al passaggio lira-euro attraverso una maggior richiesta di prestiti personali e finanziamenti per acquisti rateali. Questo per compensare la perdita del potere d’acquisto delle famiglie a seguito dell’aumento dei prezzi e delle tariffe, nel tentativo di mantenere lo stesso tenore di vita.
In effetti tale comportamento in relazione al credito al consumo è evidenziato dal fatto che si sia passati da un indebitamento totale di 48,4 miliardi di euro nel 2002 a uno di 115,1 miliardi nel 2009, con un rallentamento evidente tra il 2008 e il 2009 stesso.
A partire dal 2010 si è registrata un’inversione di tendenza, dal momento che le consistenze del credito al consumo hanno cominciato a ridursi a 113 miliardi, per poi passare a 112,2 miliardi del 2011 e finire con i 107,1 miliardi di euro previsti per il 2012, che rappresentano una contrazione del -5%.
Secondo Federconsumatori la spiegazione è facilmente individuabile e va ricercata nell’aumento dei timori per il futuro, che ha suggerito un maggior risparmio sugli acquisti in genere e su quelli rateali in particolare.
La previsione dell’ONF per il 2012 si riflette inevitabilmente anche su quello che è l’indebitamento medio per famiglia e per individuo, in calo rispetto al 2009. Infatti si prevede una diminuzione complessiva del -7%, a 4.280,00 € per famiglia e 1.783,00 € per individuo, dopo che nel 2009 i dati registrati si erano attestati a 4.618,00 € e 1.910,00 € rispettivamente.
Si tratta comunque di statistiche riferite ai soli prestiti personali e finanziamenti finalizzati all’acquisto di beni e servizi, che quindi non prendono in considerazione l’indebitamento riferito anche ai mutui, come invece fatto dall’indagine pubblicata di recente dalla CGIA di Mestre, che ha preso in considerazione i prestiti per l’acquisto di beni mobili, il credito al consumo in genere, i mutui per l’acquisto dell’abitazione, le spese per la ristrutturazione di immobili e altre finalità simili. E il quadro che ne è emerso è di tutt’altra portata, ma ugualmente significativo per fotografare la situazione debitoria delle famiglie in Italia.
In sostanza, la riduzione del -5% delle consistenze dei prestiti rivolti al credito al consumo prevista per il 2012, secondo Federconsumatori è emblematica della crisi in atto: si compra di meno per cui si riducono i consumi, con la conseguenza che anche l’indebitamento medio per famiglia cala.
Fonte dati: www.federconsumatori.it
Data articolo: 08/08/2012